Home Economia Le previsioni settimanali per le valute africane

Le previsioni settimanali per le valute africane

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 Una panoramica completa sulla settimana che interesserà a partire da domani le valute africane può prendere in considerazione cinque nazioni diverse e di cui non si parla poi così spesso: si tratta del Kenya, dell’Uganda, della Tanzania, dello Zambia e della Nigeria. Che cosa c’è da dire in questo senso? Un discorso simile si è fatto all’inizio del mese di ottobre, con le ultime previsioni per le monete africane a sottolineare degli andamenti piuttosto interessanti. Il discorso può cominciare con il Kenya. Lo scellino locale, infatti, è stato per il momento sostenuto rispetto al dollaro americano dalle rimesse dei lavoratori che si trovano all’estero, oltre che dagli ultimi interventi della banca centrale in fatto di liquidità.

L’ultima chiusura di venerdì si è caratterizzata per un range compreso tra gli 85,85 e gli 86,05 scellini per la precisione. Spostando invece l’attenzione sullo scellino dell’Uganda, quest’ultimo si sta stabilizzando da diverso tempo a questa parte, grazie soprattutto alle importazioni. Le banche commerciali hanno assegnato a tale divisa un valore massimo di 2,701. Un altro scellino da prendere in considerazione è senza dubbio quello della Tanzania: quest’ultimo è stato agevolato negli ultimi sette giorni dalle maggiori vendite di dollari da parte dell’istituto di credito centrale, la settimana che comincerà domani si dovrebbe caratterizzare per un ulteriore rafforzamento della moneta ufficiale della seconda maggiore economia dell’Africa orientale.

Per quel che concerne lo Zambia, poi, la kwacha è prevista in sostanzialmente assestamento per le prossime due settimane, con una pressione che non si allenterà almeno fino a quando non vi sarà un apposito intervento monetario. L’intero discorso può essere concluso con la Nigeria e la naira. Il range in questione si è attestato a quota 158 rispetto alla moneta verde, con un contributo determinante esercitato dalle compagnie petrolifere e dalle loro vendite di fine anno (il livello più basso della divisa non è sceso al di sotto di quota 157,50 per la precisione).