La settimana negativa per il fiorino ungherese di qualche giorno fa è ormai alle spalle: finalmente la valuta magiara è riuscita a interrompere gli ultimi due declini consecutivi, beneficiando, in particolare, dei dati inattesi che sono giunti per quel che concerne la produzione industriale dell’Ungheria. In pratica, la settimana di contrattazioni si è chiusa in modo positivo dopo che l’output in questione ha fatto registrare una inattesa espansione per il secondo mese di seguito a settembre. Ecco perché la moneta è stata in grado di rafforzarsi di ben 0,5 punti percentuali nei confronti dell’euro, compensando in questa maniera il rallentamento complessivo dei precedenti sei giorni (-0,4% per la precisione).
Ora sono necessari 283,29 fiorini per ottenere un euro. Nel frattempo, i rendimenti dei titoli obbligazionari governativi a dieci anni sono scesi di nove punti base (-0,09%), con il benchmark che è giunto a un ritorno economico molto vicino ai sette punti percentuali. Il mese di novembre promette molto bene rispetto a ottobre, visto che nel corso di quest’ultimo il fiorino ha rallentato la sua corsa in maniera piuttosto vistosa. La produzione industriale del paese dell’Europa dell’est è cresciuta dello 0,6%, dopo il +1,8% di agosto, come messo chiaramente in luce dalle statistiche ufficiali ungheresi.
Al contrario, la maggior parte degli economisti e degli analisti finanziari avevano pronosticato senza ripensamenti un calo dello 0,5%, ma sono stati subito smentiti. Secondo i trader di Commerzbank, inoltre, il fiorino ha guadagnato terreno anche grazie al sentimento rinnovato e più positivo che si nutre nei confronti del paese. In effetti, una settimana fa il ministro dell’Economia, György Matolcsy, ha affermato come il risanamento dei conti pubblici sia ormai terminato, con la crescita economica che si tradurrà in realtà concreta a partire dalla seconda metà del 2013: la riduzione del debito pubblico è stata e sarà ancora una delle priorità del governo Fidesz.