Stando a quanto affermato dall’Organizzazione per lo sviluppo e la cooperazione economica, l’inflazione nei Paesi dell’area di riferimento avrebbe subito un incremento, passando al 2,2 per cento di livello annuale contro il 2,1 per cento su base annua rilevato nel corso del mese di agosto. L’Ocse afferma, in merito, come il leggero incremento dell’inflazione sia derivante dall’aumento dei prezzi dell’energia, cresciuti del 5,1 per cento a settembre, dopo l’apprezzamento del 3,5 per cento del mese di agosto.
L’inflazione nei prezzi dei prodotti alimentari è invece diminuita al 2,1 per cento a settembre su base annua, rispetto al 2,2 per cento del mese di agosto. Escluse le componenti relative all’energia e agli alimenti l’inflazione nei Paesi dell’Ocse ha rallentato, sempre a settembre 2012 su base annua, all’1,6 per cento rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, dall’1,7 per cento anno su anno riferito al mese precedente.
Nel dettaglio, continuano i dati rielaborati dalla Reuters, a settembre i prezzi sono continuati ad aumentare negli Stati Uniti (2 per cento rispetto all’1,7 per cento di agosto), mentre sono rimasti stabili in Canada (1,2 per cento) e in Italia (3,2 per cento). L’inflazione è rallentata invece in Gran Bretagna (al 2,2 per cento dal 2,5 per cento di agosto), in Francia (all’1,9 per cento dal 2,1 per cento) e in Germania (al 2 per cento rispetto al 2,1 per cento).
In Giappone, infine, l’indice che misura la variazione dei prezzi al consumo ha subito una lieve accelerazione a settembre, rispetto al mese precedente, sebbene il Paese sia ancora in deflazione per un livello pari a 0,3 per cento su base annua. Per quanto infine riguarda i Brics, si rileva ancora una decelerazione dell’indice dei prezzi al consumo in Cina (dal 2 per cento all’1,9 per cento) mentre l’inflazione ha mostrato un’accelerazione in Russia (al 6,6 per cento dal 5,9 per cento), in Sud Africa (al 5,6 per cento dal 5,1 per cento) e più un incremento più moderato in Brasile (al 5,3 per cento dal 5,2 per cento).