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Debito pubblico italiano II trimestre

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 Nuovo e ben poco invidiabile record del debito pubblico italiano, cresciuto, ancora, nel II trimestre, per un livello ben oltre le soglie di guardia. Attualmente, infatti, il debito nazionale è pari al 126 per cento del Pil, confermandosi al secondo posto dietro la Grecia tra i Paesi monitorati dall’Eurostat. Sebbene di scarsa consolazione, ricordiamo tuttavia che il debito pubblico italiano non è certamente l’unico dato macroeconomico di categoria a crescere fortemente nel secondo trimestre: gli incrementi sono stati registrati anche in Spagna, Portogallo e Irlanda.

Ad ogni modo, torniamo nei mesti confini di casa nostra. Stando a quanto affermato dall’istituto statistico europeo, nel corso del secondo trimestre del 2012 il debito pubblico nazionale sarebbe balzato al 126,1 per cento del prodotto in terno lordo, superando il precedente picco del primo trimestre, quando il debito si fermò al 123,1% del Pil, per il valore più alto dal 1995, quando invece si era fermato al 120,9%. Il balzo del secondo trimestre porta il rapporto debito / Pil italiano ai massimi livelli europei, secondo solamente dietro quello greco, ora al 150,3%.

Scavalcando nuovamente i recinti nazionali, scorgiamo un brutto balzo in avanti per il debito nazionale portoghese, che è passato dal 112 per cento al 117,5 per cento del Pil, così come quello irlandese, cresciuto dal 108,5 per cento al 111,5 per cento del Pil. Anche il rapporto del debito / Pil spagnolo risulta essere in netto aumento, passando dal 72,9 per cento dei primi tre mesi del 2012 al 76 per cento della fine di giugno.

Il debito dell’eurozona raggiunge complessivamente quota 90 per cento del Pil nel corso del secondo trimestre, ben oltre l’88,2 per cento registrato nei tre mesi precedenti. Il rapporto tra debito / Pil sale anche in termini Ue, con un passaggio dal precedente 83,5 per cento all’attuale 84,9 per cento registrato alla fine del secondo trimestre.

Vedremo, nei prossimi mesi, se – come sembra – il rapporto sarà destinato a crescere ancora, infrangendo nuovi primati.