Il mercato valutario sta attendendo il prossimo intervento della banca centrale del Giappone: questa misura è divenuta ormai sempre più probabile a causa della necessità in questo momento storico di deprezzare lo yen. I rialzi della divisa nipponica sono sotto gli occhi di tutti e il terzo round di quantitative easing da parte della Federal Reserve non ha fatto altro che potenziare questa posizione. In effetti, non bisogna dimenticare che l’intervento dell’istituto di credito centrale americano non è altro che un beneplacito per la stampa di nuova moneta, di conseguenza il valore del dollaro si riduce e si rafforza allo stesso tempo quello delle altre controparti, in primis proprio lo yen.
Per quale motivo uno yen forte rappresenta un problema? Questo rafforzamento non è visto di buon occhio a causa dei tentativi di uscita dalla crisi da parte della nazione asiatica, visto che le esportazioni e il settore industriale ne risentono in maniera negativa e si perde competitività a livello internazionale. C’è comunque da precisare che l’ultimo intervento di questo tipo da parte di Bank of Japan risale esattamente a un anno fa; era il mese di ottobre del 2011, infatti, quando la banca in questione si occupò di questioni valutarie, con lo yen che scambiava a quota 75,50 nei confronti del dollaro.
In quel caso, inoltre, la spesa complessiva fu piuttosto massiccia, vale a dire un trilione di yen (circa venti miliardi di euro per la precisione). L’intervento odierno, se davvero ci dovesse essere, potrebbe apportare i propri benefici solamente per un periodo limitato di tempo, non molto lungo, ma comunque accomodante dal punto di vista monetario. Il mercato rimane in allerta, gli otto punti percentuali conquistati dallo yen da maggio a oggi sono un dato significativo: il nuovo intervento potrebbe avvenire già nel corso di questo mese e c’è chi è pronto a scommettere sulla prossima settimana.
