Il rand, valuta ufficiale del Sudafrica, ha interrotto per la prima volta nel corso di questa settimana la sua corsa: il calo della divisa in questione si è concretizzato in concomitanza con gli annunci positivi della Federal Reserve per quel che riguarda la ripresa economica, ma bisogna anche tenere conto che nel paese africano la situazione dell’industria mineraria non è delle migliori. Entrando maggiormente nel dettaglio numerico, c’è da dire che la divisa della maggiore economia del “continente nero” si è indebolita di 0,2 punti percentuali nel confronto con il dollaro, attestandosi a quota 8,2595 presso la Borsa di Johannesburg.
Di conseguenza, i rendimenti dei bond governativi sudafricani sono cresciuti di un punto base (+0,01%), con la quotazione pari al 6,75%. Che cosa sta accadendo di preciso in questa nazione? La Lonmin Plc, terzo maggior produttore di platino, ha fatto la sua offerta per quel che riguarda i salari dei minatori, ma si tratta di un importo che è ben lontano da quelle che sono le richieste dei lavoratori, in sciopero per ottenere migliori condizioni e trattamenti. L’offerta ammonta nello specifico a novecento rand di incremento, con uno stipendio da 5.500 rand al mese (circa cinquecento euro), tanto che le trattative sono ancora in fase di stallo.
Secondo gli analisti, il rand sta facendo registrare delle performance decisamente inferiori rispetto ad altri assets di rischio e il rally recente non è riuscito a massimizzare il sentimento positivo che ci si attendeva nei suoi riguardi. Tra l’altro, bisogna aggiungere perfino il gap che il Sudafrica vanta in questo momento in relazione alla misura del commercio di beni e servizi, aumentato nel secondo trimestre di questo 2012 fino al 6,4% del prodotto interno lordo, come non avveniva da quattro anni a questa parte. Chi è interessato a puntare sul rand, quindi, non può non tenere conto di tutte queste situazioni, senza dubbio penalizzanti per l’andamento valutario.