Le principali valute del continente asiatico sono state protagoniste di un rafforzamento simultaneo nel corso di questi ultimi sette giorni: un caso emblematico è stato senza dubbio quello del peso filippino, il quale è stato capace di completare la sua miglior settimana da tre mesi a questa parte, senza dimenticare la performance del dollaro di Taiwan, giunto ai suoi massimi da due mesi. Le divise più emergenti sono dunque in rampa di lancio. Entrando maggiormente nel dettaglio numerico, c’è da sottolineare come lo stesso peso appena menzionato sia aumentato di un punto percentuale, secondo quanto rilevato dalla società Tullett Prebon Plc.
La moneta di Formosa, invece, si è attestata sul +0,4%, lo stesso rialzo che hanno messo a segno sia il won coreano che il baht thailandese. Intanto, il JP Morgan Dollar Index, uno dei più importanti punti di riferimento in tal senso, visto che monitora l’andamento delle monete della regione, è cresciuto di 0,3 punti percentuali, con la volatilità a sessanta giorni che è passata dal 3,42 al 3,44%. Per quel che concerne invece un altro indice, il celebre Msci Asia Pacific, il suo progresso (+2,2%) non è altro che la dimostrazione che perfino il comparto azionario continentale sta beneficiando degli ultimi eventi economici.
Si è parlato anche del won in precedenza e in effetti la divisa ufficiale della Corea del Sud ha raggiunto i suoi massimi da tre settimane a questa parte, dopo che l’agenzia di rating Fitch ha migliorato il giudizio relativo alla nazione asiatico con un AA-. Un ultimo cenno, infine, lo merita lo yuan cinese. In pratica, la valuta della seconda economia internazionale ha completato il guadagno che dura ormai da ben sei settimane, grazie, in particolare, alla speculazione che circonda le prossime mosse del governo di Pechino, intenzionato a puntare su molte spese infrastrutturali e di sfruttare al massimo il contributo offerto dalle esportazioni.
