Nemmeno il tempo di consolidare i dati sulla disoccupazione di cui vi avevamo parlato ieri, che l’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, ha scelto di rivedere già al ribasso le previsioni sulla crescita economica dell’Italia, stimando una recessione del 2,4 per cento sul prodotto interno lordo 2012 a fronte di una precedente stima di meno 1,7 per cento previsto alla fine dello scorso mese di maggio. A preoccupare sono i dati sulla disoccupazione, con 1,3 milioni di giovani senza posto di lavoro, in continuo peggioramento.
Ad aggravare la posizione dell’Italia, si noti altresì come la nuova previsione sia la peggiore tra i Paesi del G7, e sia contenuta in una valutazione che non è detto che possa essere portata in ulteriore peggioramento entro la fine dell’anno. L’unica nota positiva è legata al fatto che l’Ocse ha scelto di portare al ribasso tutte le previsioni, comprese quelle di Germania (crescita dello 0,8 per cento nel 2012, contro l’1,2 per cento previsto a maggio), Francia (da 0,6 per cento a 0,1 per cento) e soprattutto Regno Unito (da 0,5 per cento a meno 0,7 per cento). Al di là di questo piccolo dato, un mal comune, c’è poco da considerare il bicchiere mezzo pieno.
Sul fronte dei dati sulla disoccupazione, l’Ocse sottolinea come in Europa vi siano 116 milioni di persone a rischio di povertà. “Quasi il 94% dei lavori creati nel 2011 sono part-time e il 42,5% dei giovani ha contratti a tempo determinato” – dichiara l’Ocse nel suo rapporto, soffermandosi poi sull’Italia, dove vi sono 1,3 milioni di giovani senza lavoro, con un numero in continua crescita. Nel primo quadrimestre del 2012 era senza un impiego il 21,2 per cento dei giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni, oltre la media dell’Ue, pari al 13,6 per cento. Ad aprile del 2007, i giovani senza lavoro erano “solamente” 975 mila unità.
[…] Stando alle valutazioni effettuate dal Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro, l’inasprimento della crisi occupazionale continuerà a portare una decisa flessione dei neoassunti. A parlarne è anche l’edizione online de La Repubblica, che ricorda come “l’area della sofferenza occupazionale riguarda in Italia quasi 4,4 milioni di persone. E’ quanto sostiene la Cgil spiegando che nel secondo trimestre ai 2,7 milioni di disoccupati censiti dall’Istat vanno aggiunti 1.687.000 persone tra ‘scoraggiati‘ (coloro che non cercano lavoro poichè pensano di non trovarlo) e cassaintegrati. Secondo la Cgil nello stesso periodo del 2007, quindi nel periodo pre-crisi, si trovavano nell’area del disagio occupazionale 2.475.000 persone. L’aumento perciò negli ultimi 5 anni è stato del 77%. Tanto che un terzo dell’incremento della disoccupazione europea è trainato dall’Italia” – segnala il quotidiano (vedi anche disoccupazione Italia nuove stime Ocse). […]
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