Agosto sarà di nuovo un mese particolarmente “infuocato” sui mercati finanziari? Dallo scoppio della bolla subprime, avvenuta cinque anni fa, gli investitori sembrano temere l’arrivo di ogni estate. L’anno scorso, la crisi del debito nella zona euro aveva assunto i tratti di una dramma in più atti (ricordate, ad esempio, lo storico downgrade degli USA, declassato da Standard & Poor’s e costato la preziosa tripla A?). E la storia potrebbe ripetersi… mentre la politica si concede una pausa vacanziera.Questa volta però, ad essere nel mirino degli investitori non è la Grecia, ma la Spagna. Strangolato da un settore bancario nella tormenta, crollato a causa dello scoppio della bolla immobiliare, il paese ha già ricevuto aiuti per 100 miliardi di euro, destinati a ricapitalizzare le banche in difficoltà . Ma di fronte alle difficoltà del paese, che deve arginare un deficit di bilancio ormai divenuto cronico, i tassi sui titoli spagnoli a 10 anni si sono impennati oltre la soglia d’allarme del 7%, ritenuta insostenibile a lungo termine: si tratta infatti del livello che ha costretto,lslanda, Portogallo e Grecia a chiedere l’aiuto della troika (FMI, BCE e Commissione europea).
In questo contesto, e considerato il rischio di contagio crescente, soprattutto all’Italia, la BCE si è detta pronta “a fare tutto ciò che è necessario per proteggere l’euro”. Un messaggio chiaro, quello lanciato dal presidente dell’istituto di Francoforte Mario Draghi, che ha saputo allentare le tensioni suo mercati obbligazionari…ma per poco. Gli investitori si aspettavano che la Banca Centrale Europea acquistasse il debito iberico per arrestare ulteriormente l’emorragia, ma Giovedì 2 agosto in occasione della riunione mensile della BCE, il banchiere centrale ha smorzato le speranze di molti. La BCE non muoverà un dito sino a quando la Spagna non formalizzerà la propria richiesta di aiuto ai partner europei, attraverso l’EFSF, ovvero il firewall della zona euro.
E’ probabile che ora i mercati stiano valutando e testando la banca centrale, mettendo il debito italiano e spagnolo sotto pressione. Agosto sarà tutt’altro che un mese tranquillo e l’imperativo sembra essere uno: volatilità. La nuova chiave di lettura (e di svolta) è rappresentata dalla Spagna: basterebbe che Mariano Rajoy bussasse alla porta dell’EFSF (Fondo europeo di stabilità finanziaria) per ottenere un piano di salvataggio. Finora però si è rifiutato di farlo, temendo principalmente l’imposizione di drastiche misure di ristrutturazione. Tuttavia, il premier spagnolo ha già annunciato un inasprimento fiscale e misure di rigore senza precedenti : il governo dovrà risparmiare 100 miliardi di euro entro la fine del 2014. Obiettivo: ridurre il deficit pubblico, e portarlo al 2,8% nel 2014. Obiettivo ambizioso quanto difficile, considerato che il tasso di disoccupazione del paese si attesta ormai stabilmente al 25%.
Rajoy potrebbe non avere altra scelta. In caso contrario, saranno i mercati a forzare la sua scelta. I rendimenti sui titoli del debito spagnolo si sono ridotti negli ultimi giorni: ma la tregua potrebbe essere di breve durata se il primo ministro spagnolo non penderà in fretta una decisione, continuando a temporeggiare.