Settimana intensa per il premier italiano Mario Monti che, evidentemente, ha deciso di giocare il ruolo “mediatore” all’interno della zona euro. In pochi giorni, tra Martedì e Giovedì, si recherà in Francia, per una colazione di lavoro con François Hollande, poi in Finlandia, per colloqui con il Primo Ministro Jyrki Katainen e infine in Spagna, dove prima incontrerà il premier Mariano Rajoy e, successivamente, sarà ricevuto dal re Juan Carlos.
Una vera task force per Monti, che sabato ha avuto un importante colloquio telefonico con il cancelliere tedesco Angela Merkel. Entrambi hanno inviato un messaggio rassicurante all’Europa: “Faremo tutto quanto è necessario per proteggere la zona euro”. Questa fitta agenda, una girandola di consultazioni, incontri e colloqui, è stata in gran parte determinata dieci giorni fa, con l’obiettivo di fare il punto sulla crisi, sugli effetti della sfiducia dei mercati rispetto alle economie europee e sull’impatto prevedibile dei progetti di aiuti decisi dall’Europa.
La crisi europea si trova in una fase critica. Il momento è davvero cruciale. I leader europei si sono dimostrati decisamente proattivi in questi giorni, nel tentativo di rassicurare i mercati sulla loro determinazione a risolvere la crisi. Con un certo successo per il presidente della Bce, Mario Draghi, le cui ultime parole si sono tradotte in un relativo allentamento delle tensioni sui mercati obbligazionari, in particolare di Spagna e Italia.
La scelta delle destinazioni di questo mini-tour non è casuale. Francia e Germania sono gli interlocutori principali nello scenario della crisi e Mario Monti aveva già sostenuto il piano per l’Europa di Francois Hollande. Per quanto riguarda la Spagna, che ora appare come il nuovo anello debole nella zona euro, si trova ad affrontare, come l’Italia, la sfiducia dei mercati e gli alti tassi di interesse, i cui livelli sono insostenibili.
Per quanto riguarda la Finlandia, le recenti prese di posizione del apese hanno causato confusione in Europa e ne stanno gradualmente facendo un attore chiave nell’attuale contesto di crisi. Questo paese del nord Europa, il cui rating “stabile” è stato recentemente confermato da Moody’s (mentre quello di Paesi Bassi, Lussemburgo e della stessa Germania sono stati abbassati a “negativo”), si distingue dal resto dell’Europa per la sua intransigenza.
Solo dopo un acceso dibattito in seno al parlamento finlandese, è stato approvato il piano per aiutare le banche spagnole. E più recentemente, il ministro delle Finanze Jutta Urpilainen, ha ufficialmente indicato che il paese potrebbe lasciare l’euro. “La Finlandia si è impegnata ad essere un membro della zona euro e crediamo che l’euro sia un vantaggio per la Finlandia. Tuttavia, la Finlandia non aderisce all’euro a qualsiasi prezzo e siamo pronti a tutti gli scenari, compresoquello di abbandonare la moneta unica europea “, ha dichiarato il ministro.