L’intervento del sottosegretario all’Economia Gianfranco Polillo in merito al mercato del lavoro fa’ già discutere i media e rischia di sollevare una vera e propria guerra.
Dall’inizio della crisi di dichiarazioni azzardate ne abbiamo sentite fin troppe; dall’atteggiamento dell’ex premier Berlusconi, che sosteneva non ci fosse alcuna crisi, fino alle uscite più recenti con i riferimenti ai “bamboccioni” italiani.
L’ennesima “provocazione” involontaria arriva oggi con il monito di Polillo:
Aumentare il tempo di lavoro per far ripartire la produttività. Nel brevissimo periodo, per aumentare la produttività del Paese lo choc può avvenire dall’aumento dell’input di lavoro, senza variazioni di costo; lavoriamo mediamente 9 mesi l’anno e credo che ormai questo tempo sia troppo breve.
Che continua poi:
Se noi rinunciassimo ad una settimana di vacanza avremmo un impatto sul pil immediato di circa un punto
Sempre secondo il sottosegretario all’Economia le aziende non avrebbero problemi ad implementare una settimana aggiuntiva di lavoro, così come i sindacati sarebbero pronti ad un tavolo di trattativa. Questa affermazione non solo contrasta fortemente con gli studi effettuati sull’effettiva produttività in relazione alle ore lavorative, ma è anche contro le manovre che in tempi di crisi e di poca occupazione vengono generalmente proposte.
Anche se gli italiani in prima battuta si sono preoccupati per le sette giornate lavorative in più proposte, alla prova dei fatti l’idea non verrà quasi certamente presa in considerazione, visto che risulterebbe deleteria sotto tutti i punti di vista.
►COSTO DEL LAVORO IN ITALIA 2012