Sempre più confusione sulla posizione della Grecia in Europa. Ma sopratutto, sempre più confusione su cosa realmente i Paesi membri hanno in programma, ed è questo aspetto che spaventa i mercati e favorisce le vendite in Eurozona. Il clima di sorpresa e disorganizzazione è ormai insostenibile; prima si sostiene che la Grecia non uscirà dall’Euro, poi viene diffusa la notizia secondo cui la BCE avrebbe già programmato tutto, poi ancora le smentite arrivano dai Paesi Membri e ieri alla fine la giornata di Borsa si è chiusa sull’inquietante titolo “ogni paese prepari un suo piano”.
Che la BCE non abbia realmente un Piano, qualsiasi cosa la stampa ritenga, sarebbe solo un problema; un’istituzione sovranazionale non può permettersi il lusso di lasciare al caso lo svolgersi degli eventi ed un piano di riserva è quello che fa’ la differenza nelle situazioni (come quella attuale) di forte crisi. Il carosello mediatico quindi getta legna sul fuoco, anzi benzina, infiammando il dibattito sull’uscita (o meno) della Grecia ma sopratutto sugli effetti che questa manovra avrebbe sul resto degli Stati Membri.
Ancora nessuno però riesce a pronunciarsi completamente; perchè ci sarebbero questi effetti con l’uscita della Grecia? In che misura? Ed infine, siamo proprio sicuri che l’uscita della Grecia dall’area Euro, non sia un bene per i Paesi Membri? Come potrebbe poi migliorare la situazione di Atene?
Nessuno fin’ora ha risposto a queste domande ed anche il Premio Nobel per l’Economia 2008 si è tenuto ben alla larga dal rilasciare dettagli nel suo editoriale sul New York Times, parlando per generalizzazioni e con poche (o nessuna) analisi approfondite.
►BLOCCO DEI PRELIEVI BANCHE ITALIANE
Ad esprimersi è primo su tutti Hollande, sostenendo che non è a conoscenza di alcun piano di uscita della Grecia e che personalmente ritiene che Atene debba restare all’interno dell’area della Moneta Unica.
►RATING GRECIA TAGLIATO DA FITCH A CCC
