La IEA, Agenzia Internazionale dell’Energia, ha pubblicato le proprie nuove previsioni per quanto concerne l’andamento della produzione e dell’offerta internazionale del petrolio per il 2012. In particolar modo, l’Agenzia avrebbe affermato come nel corso dei primi mesi del 2012 l’offerta di greggio da parte dei Paesi non facenti parte l’Opec è cresciuta di 0,3 milioni di barili al giorno a causa delle tensioni geopolitiche e di alcune interruzioni tecniche.
I tecnici della IEA si attendevano infatti una crescita molto più sostenuta di quella effettivamente riscontrata, ed hanno ricondotto le principali determinanti di questo calo all’andamento irregolare delle estrazioni e della produzione nel Mare del Nord e in Canada, la cui continuità non è stata garantita a causa di problematiche meramente tecniche.
Nello stesso report, l’Oil Market Report, la IEA ricorda di aver stimato l’incremento medio giornaliero in 0,49 milioni di barili giornalieri. In virtù di quanto riscontrato nel corso del primissimo periodo dell’anno, le stime sulla crescita della produzione non Opec sono state portate in ribasso dai precedenti 0,9 milioni di barili al giorno agli attuali 0,73 milioni di barili al giorno.
“L’incremento della produzione a febbraio” – prosegue ancora l’Agenzia – “è stato guidato dal picco trentennale fatto segnare dall’output saudita e dalla forte ripresa della produzione libica”. A febbraio la produzione dei Paesi dell’Opec ha conseguito il quinto incremento mensile consecutivo, portandosi su soglie prossime a quelle di ottobre 2008, a 31,4 milioni di barili al giorno. Rimane in merito invariata la stima della domanda di greggio, che nel 2012 è stimata in crescita di 0,8 milioni di barili al giorno (+ 0,9 punti percentuali) a 89,9 milioni di barili al giorno.
Il rallentamento nel ritmo di crescita della produzione di greggio potrebbe comportare qualche tensione al rialzo nei prezzi dell’oro nero.
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