Monti a Piazza Affari: nessuna nuova manovra

Il Primo Ministro Mario Monti ha annunciato Lunedì, di fronte alla comunità finanziaria riunita a Piazza Affari, presso la Borsa di Milano, che l’Italia non avrà bisogno di un nuovo piano di austerità, dunque di una nuova manovra, anche se la recessione dovesse perdurare.

“Se la recessione continua, se la situazione dell’economia reale non migliora (…) no, non ci sarà bisogno di un altro piano (di austerità) in quanto dei margini prudenziali sono stati incorporati” nell’ultimo, draconiano piano, adottato nel mese di dicembre, il cui ammontare, pari a circa 20 miliardi di euro, dovrebbe consentire di raggiungere l’obiettivo del pareggio di bilancio nel 2013.“Siamo stati prudenti”, ha dichiarato Mario Monti, prevedendo ipotesi di crescita per i prossimi anni molto modeste. Sotto il peso di tali piani di austerità, che hanno proliferato a partire dal 2010, l’Italia è entrata in recessione alla fine del 2011. Il PIL del paese è diminuito dello 0,7% nel quarto trimestre dopo il calo dello 0,2% registrato nel terzo trimestre, secondo le statistiche ufficiali pubblicate Mercoledì scorso. Per quest’anno, il governo italiano si aspetta che il PIL si contragga dello 0,4% ma la Banca d’Italia si dimosgtra molto più pessimista e scommette su un calo compreso tra l’1,2% e l’1,5%. Il Fondo Monetario Internazionale (FMI), infine, si aspetta una contrazione del 2,2%.

Per rilanciare la crescita, il governo del professor Monti ha adottato il 20 gennaio un importante programma di liberalizzazione economica, che deve ancora essere ratificato dal Parlamento, ed è in trattative con le parti sociali sulla riforma del mercato del lavoro. Il primo ministro ha avvertito che questa riforma sarà presentata in ogni caso, anche senza l’accordo delle parti sociali perché “la questione è troppo importante perché ci si possa concedere poteri di blocco “troppo paralizzanti”.

Monti ha ribadito che l’Italia è “aperta” all’introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie a livello europeo, ma che, tuttavia, resta contro una tale misura a livello nazionale, “come pensa di fare il presidente Sarkozy” in Francia.