Le securities units separate da quelle consumer, con autonomia patrimoniale di entrambe le divisioni formalizzata già fin dal 2019. Questa è la decisione assunta pochi giorni fa dall’ICB (Independent Commission on Banking) all’interno di un maxi report di 360 pagine, e finalizzato a introdurre qualche novità nel sistema bancario britannico, che possa realmente migliorare la stabilità degli operatori locali.
In altri termini, le divisioni consumer banking dovranno essere isolate da quelle legate all’investment banking: una mossa che stando ai suoi promotori, dovrebbe permettere al risparmio privato di poter fronteggiare con un’impressione di maggiore tranquillità le conseguenze della crisi finanziaria. Il costo di quanto sopra non sarà tuttavia trascurabile, visto e considerato che stando a una prima stima effettuata dalla stessa Commissione, per separare le varie divisioni bancarie si dovranno impiegare almeno 7 miliardi di sterline (al cambio attuale, poco più di 11 miliardi di dollari).
Ma quali le banche più colpite, e con quali conseguenze per l’intero sistema? A detta delle prime analisi, l’istituto di credito con più connessioni tra le varie divisioni dovrebbe essere Barclays, seguita dalla Royal Bank of Scotland.
Qualche timore è stato invece espresso per il timing della nuova iniziativa, visto e considerato che andrà a intrecciarsi con gli inviti del Comitato di Basilea a migliorare la composizione patrimoniale degli istituti di credito. Con i nuovi criteri, è probabile che Nationwide Building Society, HSBC, Barlcyas, Lloyds, la stessa RBS e Santander debbano mettere mano al capitale per effettuare un aumento aggiuntivo. Che non potrà che tenere conto anche dei nuovi indirizzi da parte della Commissione Indipendente.
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