Stretta anche sul mercato delle commodities; la mancanza di direzione sofferta dal wheat già da diverso tempo ha contagiato anche altre materie prime nel medio-lungo periodo visto che sembra smarrita la bussola praticamente su tutto ciò che non è oro.
Il bene di rifugio per eccellenza infatti non soffre di nessun ripensamento e sale costantemente ritracciando il movimento di tanto in tanto giusto a consolidare il momento di forza, mentre le commodities soffrono di una mancanza di direzione che attira speculatori stringendo ancora di più il range di interesse ed allargando le aspettative di tendenza.
Sul Soybean comunque si è delineato nel passato un quadro interessante, anche se ora il mercato è stretto tra 1500 e 1300; dopo il top del 2008 e la discesa seguente fino alla fine dello stesso anno che ha portato ad una perdita prossima al 50%, il future ha passato una fase di consolidamento prima di tornare a salire verso il top precedente.
Durante il 2010 gli acquisti hanno portato direttamente il Soybean vicino a 1450 dove ora sembra essersi fermato stretto dall’intervento di forze contrastanti. I livelli indicati comunque indicano la strada da seguire; il superamento di 1500 è un punto di piramidazione, mentre la perdita di 1300 costringerà a rivedere il trend di medio periodo in vista di un ritorno a 1000, magari sfruttando coperture dinamiche invece di chiudere tutte le posizioni.
Male il Wheat invece, che soffre per il rally contento avuto nel 2010; la differenza con il top del 2008 è eccessiva e non consente di pensare positivamente per l’immediato futuro che ha come riferimento un target fisso a 1000. Un ritorno sotto a 700 indebolirebbe ulteriormente il quadro tecnico costringendo a prendere provvedimenti per seguire un vero e proprio down-trend e non un ritracciamento semplice.
Bene anche il Corn invece che torna all’attacco di quota 800, ultima resistenza prima del recupero del top storico prossimo ai 900 ed il suo superamento.
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