Negli Stati Uniti i tassi di interesse rimarranno molto bassi, per molto tempo. Non lo diciamo solo noi (che comunque abbracciamo questa tesi), ma una delle banche d’affari più note del mondo, quella Goldman Sachs le cui dichiarazioni sono sempre particolarmente apprezzate e sentite dai mercati finanziari, e che pochi giorni fa, per l’ennesima volta, non si è sbilanciata positivamente in favore della crescita economica americana.
Anzi, stando a quanto affermato dalla stessa Goldman Sachs, durante il terzo trimestre dell’anno la crescita economica statunitense sarà ben più bassa di quella precedentemente stimata: un segnale piuttosto chiaro di come la ripresa del Paese nordamericano sarà più lunga del previsto, trattenuta al ribasso da una fiducia dei consumatori che viaggi su soglie davvero scarse, a sua volta condizionata da un mercato del lavoro stagnante.
Pertanto Goldman Sachs, in accordo a quanto affermato anche da Bank of America, JP Morgan e Merrill Lynch, sostiene che l’economia americana crescerà di 2,5 punti percentuali durante il terzo trimestre dell’anno, con precedenti previsioni (a questo punto, desideri), pari a 3,25 punti percentuali, per un livello che allo stato attuale, e alla luce degli scossoni degli ultimi giorni, pare irraggiungibile.
Ma che riflessi avrà questo sul mercato valutario? Al di là delle conseguenze meno dirette, un primo effetto sarà quello di indurre la Federal Reserve a mantenere su livelli ancora bassi i tassi di interesse di riferimento. Bernanke ha inoltre anticipato che la Fed farà di tutto per aiutare l’economia americana, incrementando ad esempio l’acquisto dei bond governativi, nell’ipotesi – e sembra che ci siamo davvero – che la solidità economica appaia in pericolo.
Vi ricordiamo infine che tutti i pareri che compaiono su queste pagine sono opinioni dei
singoli autori, e non possono essere ritenuti degli inviti o delle sollecitazioni o delle
consulenze ad investire sui mercati valutari secondo gli orientamenti evidenziati.
