Gli analisti sono convinti che non ci sia pericolo per l’Italia di subire un reale declassamento del merito di credito dopo la “visione negativa” posta da Standard&Poors sullo stato del paese. L’opinione diffusa è che si tratti di un weak up call per il governo Berlusconi e per i prossimi che verranno e che l’allargamento degli spread con i bund, il riferimento del mercato dei titoli di stato, si di fatto “emozionale”, come spiega Unicredit nella nota mattutina. Per quanto riguarda la ristrutturazione del debito greco, altra questione sul tavolo della Bce, che nega ogni possibile ristrutturazione, va notato che non tutti gli esperti sono d’accordo nel ritenere una rinegoziazione inevitabile. Gli esperti di Société Generale (vedi grafico) infatti avvertono che il tempo potrebbe portare consiglio, mentre una ristrutturazione sarebbe una “vera catastrofe”. La vera problematica per i leader europei è dunque “come acquistare più tempo”. Guardando ai dati macro in arrivo dall’America: domani gli acquisti delle case negli Usa e l’inflazione in Messico. Dall’Europa: la fiducia delle imprese francesi pubblicata domani è attesa in calo, così come giovedì quella italiana; occhio all’Ifo tedesco. Uk: mercoledì il Pil inglese; da monitorare la Bank of England dopo il riazo del Cpi oltre le attese del mercato in aprile.