Nuove rotte economiche d’Oriente. L’Uzbekistan ha aperto la propria economia alla Cina, così come dichiarato oggi dal vicepremier Rustam Azimov che si dice peraltro deluso dai partner occidentali: “Noi abbiamo bisogno d’un mercato affidabile per le nostre materie prime, dove nessuno faccia osservazioni politiche e che paghi prezzi allineati al mercato mondiale”. L’apertura riguarda soprattutto il settore minerario. La decisione arriva a seguito della chiusura di diversi contratti, compresi progetti d’investimento da 5 miliardi, stipulati in precedenza dal presidente uzbeko Islam Karimov in visita a Pechino. Tra le opere previste ce n’è anche una di “sistema” che riguarda la costruzione del terzo tubo per il gasdotto che va dal Turkmenistan alla Cina passando per Uzbekistan e Kazakistan. Un gasdotto da 55 miliardi di metri cubi l’anno. Da non sottovalutare nemmeno uranio, metalli, cotone e gas che l’Uzbekistan vende alla Cina in cambio di tecnologia e know how.