Il mercato valutario internazionale sta vivendo una esperienza che rappresenta una sorta di “dejà vu”: in effetti, il calo dello yen fino al suo livello più basso degli ultimi quattro anni e mezzo e il potenziamento del dollaro fanno tornare alla mente quanto accaduto nel 1995 (vedi anche Lo yen sta diventando una moneta-rifugio). In effetti, proprio diciotto anni fa Bank of Japan fu protagonista di misure senza precedenti per far ripartire la propria economia, mentre la crescita americana faceva registrare dei rafforzamenti non indifferenti, con la Federal Reserve pronta a temperare i propri programmi di stimolo.
Gli eventi poi si sono sviluppati in maniera ben precisa, con l’inizio di tre anni di rallentamento per quel che concerne la valuta giapponese e un periodo bullish di lungo termine per la moneta verde, con il Dollar Index in rialzo nei cinque dei sei anni successivi. Vi sono anche altri parallelismi tra il 1995 e oggi, un raffronto che è stato effettuato da diversi analisti ed economisti. Come è noto, infatti, lo yen si è indebolito di quindici punti percentuali quest’anno, tanto che si prevedono livelli mai visti nel 2014: il gruppo del G7 ha però accettato questa situazione, in particolare dopo il recente meeting di Aylesbury, vicino Londra.
In pratica, si è capito che la banca centrale giapponese sta tentando di porre fine ad anni e anni di deflazione intervenendo sul sistema monetario. Allo stesso tempo, il dollaro americano sta traendo i massimi benefici dai miglioramenti del mercato del lavoro e di quello immobiliare. Il già citato Dollar Index è cresciuto di oltre il 6%, raggiungendo il picco massimo degli ultimi nove mesi. Qualche divergenza col 1995 esiste: ad esempio, diciotto anni fa il Giappone ha venduto quasi cinque trilioni di yen della propria valuta, mentre sono ben diciotto mesi che la nazione nipponica non interviene nel mercato del Foreign Exchange.