Una delle “scommesse” più interessanti sul fronte commodities, è relativa all’interpretazione di quanto accadrà sul fronte del costo del greggio nei prossimi mesi. Il prezzo del petrolio è infatti destinato ad entrare in una nuova fase altalenante, che sembra possa essere ben contraddistinta da una parte dal modo in cui verrà o meno risolta la crisi libica, e dall’altra parte dal modo con cui la ripresa economica verrà intrapresa.
Se infatti gli incrementi degli ultimi giorni sembrano essere figli degli atteggiamenti speculativi, sulla base delle possibili mosse che la Federal Reserve potrebbe intraprendere, il futuro del Brent sembra dipendere più che altro dalla risoluzione delle criticità mediterranee, e dalla conseguente ripresa delle ordinarie attività petrolifere, e dalla velocità con la quale la ripresa economica americana verrà messa in atto.
Ciò che sembra piuttosto chiaro è infatti che la stabilizzazione del territorio libico potrebbe portare a una garanzia di continuità nell’erogazione e nella distribuzione del greggio. Soprattutto, se la ripresa economica americana fosse più lunga di quanto previsto, ciò comporterebbe delle richieste minori di petrolio e, di conseguenza, un lieve appiattarsi dei valori dell’oro nero fino alla fine dell’anno.
In questo senso si inseriscono le intuizioni di JP Morgan, secondo cui il greggio verrà quotato tra i 100 e i 120 dollari durante il 2012, con valori di chiusura nel 2011 pari a 115 dollari, 9 dollari al barile in meno rispetto a quanto prevedeva un precedente report a cura della stessa banca d’affari. Ad ogni modo, mai come in questo momento le stime sembrano premature e potenzialmente soggette a future revisioni, anche radicali.
Vi ricordiamo infine che tutti i pareri che compaiono su queste pagine sono opinioni dei singoli autori, e non possono essere ritenuti degli inviti o delle sollecitazioni o delle consulenze ad investire sui mercati valutari secondo gli orientamenti evidenziati negli stessi articoli.
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