Euro brividi: bond, paralisi politica e disoccupazione in crescita

L’Europa ha di nuovo la febbre. Da tre giorni continuano a salire i rendimenti sui bond dei paesi più deboli (Irlanda, Grecia e Portogallo). Per dare un’idea della situazione basta dire che il rendimento dei titoli di stato irlandesi decennali hanno superato il tasso del 7 per cento, mai successo da quando esiste l’euro. A complicare la situazione ci si mette anche la politica, o meglio, la diplomazia europea. Il Consiglio europeo ha incassato le pressioni tedesche sulla revisione dei trattati europei: la contropartita chiesta da Berlino per un Patto di stabilità meno rigido voluto da Italia e Francia. Una questione che secondo il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, è praticamente chiusa perché la strada non è percorribile. Insomma, la situazione è di stallo (tanto per cambiare). Inoltre la stessa revisione del Patto di stabilità sembra procedere a rilento, a dispetto delle voci positive e propositive delle settimane scorse. In tutto questo marasma arrivano anche i dati sulla disoccupazione in Europa, in continuo aumento al tasso del 10,1 per cento. Fa eccezione la Germania dove i dati sul Lavoro continuano a migliorare. I brividi non mancheranno la prossima settimana con il G20 del 2 novembre e le amministrative in Grecia del 7. Staremo con “le antenne dritte”, come consigliava il Financial Times.